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Bozza del nuovo Decreto FER: il dramma del Piccolo e Medio Idroelettrico

Quello che si sta consumando in questi giorni è forse il peggior dramma per il micro e mini idroelettrico dagli anni settanta ad oggi.
Se con le illusioni del petrolio facile prima e del nucleare poi, tanti piccoli impianti idroelettrici furono dismessi, ciò a cui si potrebbe andare incontro oggi è uno stop forzato alla nascita di nuove centrali con conseguenze gravissime anche su quel valoroso artigianato risorto assieme alla piccola e media industria di settore negli ultimi vent’anni.
Un Paese che dalla fine dell’Ottocento ha iniziato a fare la storia dell’idroelettrico nel mondo e che purtroppo circa mezzo secolo fa aveva man mano lasciato svanire nel nulla un preziosissimo know-how, rischia oggi di fare altrettanto mandando in fumo quanto con sacrifici riconquistato in un ventennio di rinascita della fonte idrica caratterizzato da numeri simili a quelli dell’industria del dopoguerra. Cassa integrazione, chiusura di aziende, famiglie di onesti lavoratori nel comparto sul lastrico, questo lo scenario che un Decreto sarebbe in grado di generare, ma non solo. Le conseguenze ambientali sarebbero inimmaginabili in un contesto nel quale i cambiamenti climatici stanno ormai preannunciando catastrofi non più controvertibili.


Si tratterebbe di un Decreto atto di fatto a garantire la sola nascita di determinate tipologie di grandi impianti a discapito di tutti gli altri. Questo sembra essere un regolamento che cambiando le carte in tavola  vanificherebbe il sacrificio di molti imprenditori che con costanza sono riusciti a rendere cantierabili parecchie iniziative, progetti che dovrebbero godere degli accessi diretti oltre che di un regime tariffario idoneo alle rispettive economie di scala. Iniziative in grado di tutelare l’ambiente e nel contempo garantire occupazione in molti territori marginali del Paese.


L’Associazione nel richiedere incontri urgenti con i vertici delle Istituzioni, sta accelerando anche i lavori di completamento dello studio commissionato al Politecnico di Milano: la produzione infatti di studi di alto profilo, certificata da prestigiosi Atenei quindi rappresentanti una reale situazione oggettiva del comparto, è il solo vero modo possibile per poter riaprire fattivi tavoli di confronto con il Legislatore.