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Concessioni di Derivazione nelle Regioni del Nord

Nelle Regioni del nord proseguono i lavori per la predisposizione delle norme che regolamenteranno i rinnovi delle grandi derivazioni.


Il Piemonte si è sicuramente mosso per primo con regole non condivise in toto dall’Associazione, la quale è stata chiamata di recente a fornire proprie osservazioni. Assai peggiori purtroppo risultano oggi gli atteggiamenti tenuti da Veneto e Trentino.
In quest’ultimo territorio ha partecipato Assoidroelettrica il giorno 10 u.s. ad un incontro presso la sede della provincia per discutere della bozza di nuova Legge in materia. In questa sede l’Associazione ha evidenziato come per le grandi derivazioni tanti e tali vincoli riducano a pochissimi i soggetti che potranno concorrere all’aggiudicazione.
L’Associazione ha tra l’altro evidenziato come risulti insensato che un operatore storico di grande esperienza avente ad esempio centrali di proprietà di 2900kW non possa essere ammesso alla gara per un impianto da 3450kW.
Per quanto riguarda le derivazioni di media potenza Assoidroelettrica, unica Associazione a sollevare il grave problema, ha fatto presente come il nuovo ulteriore canone che la Provincia intende applicare alle medie derivazioni vada a violare i principi di concorrenza discriminando pesantemente gli operatori privati. Infatti nel territorio trentino la maggior parte degli impianti risulta riconducibile a Comuni, i quali godono già della redistribuzione di sovracanoni BIM e rivieraschi e con l’eventuale introduzione di questo ulteriore sovracanone si troverebbero a reincassare i medesimi soldi in precedenza versati; ciò a differenza degli operatori privati che come al solito si troverebbero a pagare ulteriori canoni senza però ricevere nulla in cambio. In merito, nel corso dell’incontro, Assoidroelettrica ha preannunciato un’azione a Bruxelles.


Non va meglio in Veneto, dove la proposta di Legge è composta di contenuti che di molto si scostano dai fondamenti normativi di settore.
Anche oggi Assoidroelettrica sta chiedendo un confronto in videoconferenza per trattare l’argomento in difesa degli operatori.