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NUOVO REGOLAMENTO DEL SISTEMA DI GARANZIE DEL CODICE DI RETE: A RISCHIO PER LE PICCOLE CENTRALI LA POSSIBILITÀ DI VENDERE L’ENERGIA

Il 10 febbraio 2025 è il termine che Terna S.p.A. ha fissato per la consultazione rivolta agli operatori del mercato energetico nazionale riguardo le nuove modalità di calcolo delle garanzie che l’utente del dispacciamento in immissione deve prestare all’esercente i servizi di dispacciamento e trasmissione (segnatamente la stessa Terna S.p.A.) in qualità di utente del dispacciamento.


Ai sensi della delibera 111/06 ARERA infatti la stipula del contratto di dispacciamento in immissione tra il produttore idroelettrico e Terna è condizione necessaria per l’immissione dell’energia elettrica in rete da parte del produttore di energia.


Ai sensi della stessa delibera è possibile conferire ad un operatore di mercato abilitato (ovvero al trader/grossista) il mandato senza rappresentanza per la stipula del predetto contratto mediante il quale Terna, tra le varie pattuizioni, regola le partite economiche derivanti dagli sbilanciamenti energetici.


La regolazione della corretta esecuzione delle partite economiche maturata nel contratto di dispacciamento in immissione è stata incardinata su un sistema di garanzie, determinato sulla base di un regolamento adottato da Terna e approvato da ARERA, rispetto al quale il produttore idroelettrico (ovvero il proprio grossista mandatario) è tenuto a presentare idonee garanzie (i.e. fideiussioni bancarie/assicurative ovvero depositi cash) a supporto della corretta esecuzione dei pagamenti relativi alle prestazioni dei servizi di dispacciamento e bilanciamento delle rete forniti da Terna.


Il documento di consultazione introdotto da Terna, come descritto anche in un recente webinar organizzato a fine gennaio, intende riformare il regolamento delle garanzie.


La soluzione prospettata da Terna sta sollevando non pochi dubbi tra gli operatori del mercato in quanto sembrerebbe profilare un sistema eccessivamente oneroso per quanto agli importi da garantire, scarsamente flessibile per quanto ai collateral che possono essere utilizzati e discriminatorio tra i titolari degli impianti rilevanti (meno impattati in quanto misurati direttamente da Terna) e non rilevanti.


I nostri associati, essendo in prevalenza titolari di unità di produzione non rilevanti, sembrano purtroppo essere la categoria maggiormente penalizzata dall’introduzione del nuovo sistema.


Per poter apprezzare l’impatto economico della nuova regolazione, abbiamo effettuato un raffronto tra la situazione ante (situazione attuale) e post (situazione prospettata dal documento di consultazione) dell’importo da garantire a Terna per il generico titolare di un impianto ad acqua fluente di 5 MW che dovesse stipulare con Terna il contratto di dispacciamento in immissione senza conferire mandato a soggetto terzo.

 Importo da garantire
(situazione attuale)
Importo da garantire
(situazione prospettata dal documento di consultazione)
Incremento %
50.000 € 625.000 € +1250%



In sostanza viene prospettato ad un produttore idroelettrico un incremento pari a 12,5 volte l’importo garantito attuale che dovrebbe essere coperto, in alternativa, o da deposito bancario o da garanzia bancaria (emessa da una banca con rating minimo definito da Terna), dovendo ragionevolmente escludersi l’ipotesi che il produttore idroelettrico sia dotato di rating Fitch o Standard & Poor.


L’importo da garantire corrisponde a 3-4 mesi di fornitura di energia elettrica per un impianto idroelettrico che produce 4.000 ore/anno.


Nel nuovo sistema di garanzie verrebbero inoltre (inspiegabilmente) escluse dal novero dei collaterals eligibili sia le fideiussioni assicurative ma anche alcune garanzie bancarie emessi da una specifica tipologia di istituti bancari.


Si profila pertanto all’orizzonte un accesso al servizio di dispacciamento estremamente più oneroso (essendo il costo delle fideiussioni di norma proporzionale all’importo garantito) e comunque meno flessibile ed equilibrato rispetto a quello attuale.


L’accesso al dispacciamento in immissione intermediato dal trader non risolve comunque la questione dal momento che quest’ultimo, in ogni caso, ammesso e non concesso che il trader si sia dotato di linee di credito capienti (ovvero di disponibilità liquide da destinare a deposito infruttifero a Terna), riverserà l’onere economico sul produttore.


L’incremento complessivo delle garanzie incamerate da Terna riferito al solo cluster delle UP non rilevanti si stima essere intorno ai 1-1,5 miliardi di €. Detto valore assume sicuramente una rilevanza sistemica in quanto potrebbe scoraggiare non solo l’ingresso dei nuovi utenti del dispacciamento ma potrebbe addirittura pregiudicare la permanenza di quelli presenti.
Vale inoltre la pena sottolineare che per le grandi unità termoelettriche abilitate, l’impatto del nuovo sistema di garanzie sia sostanzialmente marginale in quanto facenti prevalentemente riferimento a società dotate di rating Fitch / Standard & Poors.


È del tutto evidente pertanto l’impatto deleterio sul conto economico del produttore idroelettrico di piccole e medie dimensioni che si inserisce in un contesto non certo di favore sulle energie rinnovabili.


Riservandosi di interessare anche l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato rispetto alle criticità del nuovo sistema emergenti in materia di concorrenza, integrità e contendibilità del mercato dell’energia elettrica, la nostra associazione ha contributo alla consultazione auspicando una veloce e decisa rettifica delle modalità di calcolo volta a non penalizzare alcune categorie di operatori a favore di altre e in costanza di un equilibrato bilanciamento tra l’esigenza di tutela del credito di Terna e quello di sostenibilità operativa degli operatori che, da normativa di settore, devono interfacciarsi con Terna per immettere la propria energia sul mercato.